Appunti sul Seminario itinerante
di Alfredo Anania
Queste pagine, che precedono la prossima pubblicazione degli Atti, riuniscono in parte due articoli da me già pubblicati sul settimanale "Il Vomere", allo scopo di presentare al vasto pubblico il Seminario Itinerante "L'Immaginario Simbolico" che dal 1995 trova annualmente realizzazione in Provincia di Trapani su iniziativa del Centro Ricerche Psicodinamiche Sulla Relazione Mente-Corpo di Marsala.
Pur se la formula può apparire singolare, e me ne scuso, del primo articolo desidero riproporre il passo che riporta la mia risposta ad una lettera inviatami - pochi giorni dopo la conclusione del 1° Seminario Itinerante - da una distintissima e creativa signora di Marsala che ha avuto la possibilità di partecipare ad una giornata dei nostri lavori.
Gentilissima Signora,
ho provato grande piacere nel leggere la Sua lettera, che testimonia,
se ce ne fosse bisogno, la Sua sensibilità di donna e di
artista, la Sua attenzione sia per ciò che è "figura
e sfondo" sia per ciò che è "cornice";
compreso il recupero del mezzo epistolare che l'era moderna, caratterizzata
dalla fretta, invasa da telefoni e "mass-media", sembra
avere inevitabilmente perduto quale forma elevata di comunicazione.
Uno
dei principali meriti della psicoanalisi è quello di stimolare
lo sviluppo di pensiero dinamico e di pensiero nuovo, cioè
di promuovere una riflessione, su se stessi su gli altri, "ectopica"
rispetto gli stereotipi imposti dalla cultura e dalla mentalità
dominante; tale da promuovere quella conoscenza più profonda
della propria interiorità (faccio riferimento all'inconscio,
al Sé, alle relazioni soggettuali), la sola in grado di
aiutare l'individuo a realizzarsi più compiutamente, liberando
le parti più costruttive della personalità dalla
"coazione a ripetere" quelle esperienze che sentiamo
più deludenti, più vuote di significato o maggiormente
prive di "anima".
Se
la partecipazione al Seminario su "L'Immaginario Simbolico"
Le ha suscitato delle emozioni, delle sensazioni, degli interrogativi,
delle reazioni psicologiche, in definitiva, se l'ha "toccata"
nel profondo, vuol dire che siamo riusciti nello scopo principale,
cioè di far sentire l'anima, il mondo degli archetipi,
la valenza dinamica del gioco delle "divinità"
che albergano nella nostra psiche e che stanno a fondamento delle
nostre diverse e a volte antitetiche potenzialità, sia
negative che positive, delle quali è bene prendere coscienza
per non restarne soggiogati.
Dioniso,
Apollo, Zeus, Giunone, Mercurio, Minerva, Afrodite sono metafore
per descrivere parti interne che a volte possono diventare talmente
prevaricanti da dominarci in modo estremamente riduttivo. Ma ancora,
il ricorso metalogico e metaforico alle divinità ha un
altro significato profondo: ci riporta a quell'elevata carica
di spiritualità e di misticità che possedevano i
Greci nel periodo classico e che noi oggi abbiamo quasi totalmente
perduto, conservandone solo residue tracce nell'inconscio.
Per
questo ritengo che il Seminario Itinerante, attraverso l'attivazione
del "mondo immaginale", abbia consentito la realizzazione
di qualcosa di assolutamente inedito e di eccezionale: il potere
ciascuno - attraverso la levatura di personalità dei conduttori,
la "magia" del gruppo e la "magia" dei luoghi
prescelti - e il gruppo, nel suo insieme, percorrere un viaggio
"denso e forte", fors'anche accelerato, entro se stessi
e la storia sia personale sia dell'umanità cui apparteniamo.
Cito
un brano della Sua lettera: "mi ha dato la sensazione, e
mi ha fatto stare bene, di una comunità raccolta, prima
ancora che degli argomenti, dalla carica ricca di misticità".
Penso
che Lei abbia perfettamente ragione; quel che ciascun partecipante
ha vissuto, compresi i conduttori, è qualcosa che non è
facilmente comunicabile poiché è difficilmente traducibile
in pensiero logico. Infatti, il tipo di esperienza cui Lei ha
partecipato favoriva l'emergere dei processi analogici, del mondo
onirico. Ognuno, infatti, veniva a trovarsi profondamente immerso
nel percepire i molteplici stimoli provenienti dal mondo esterno,
nell'assorbirli dentro, nel "sentirsi" e, nello stesso
tempo, nel "sentire" l'uno le emozioni dell'altro attraverso
il gioco delle identificazioni e dell'empatia accentuato dal vivere
tre giorni insieme.
Come
la gente di allora? Quando nel teatro assisteva alle rappresentazioni
della tragedia - mi dispiace che non sia venuta a Mothya ("teatro
naturale" di molte tragedie umane, dal rito del "tophet"
alla sua totale distruzione finale). O quando, riuniti dinanzi
al tempio, ci si librava spiritualmente nel rapporto con la divinità
oggetto di culto - e per questo mi dispiace che non sia stata
con noi neanche a Segesta il giorno prima.
Il
Seminario le ha dato la sensazione di una "comunità
raccolta" - spazialmente il un luogo, temporalmente in un
corto circuito storico - "dalla carica ricca di misticità".
Esperienzialità che tradotta nel linguaggio psicoanalitico
junghiano è descrivibile come "fare anima", tradotta
nel linguaggio gruppoanalitico è descrivibile come ritorno
alla "matrice". (Il Vomere, Marsala, 21/10/95, pag.
3).
"L'Immaginario Simbolico" avendo uno svolgimento itinerante è concepito a numero chiuso al fine di garantire una fruizione ottimale a tutti i partecipanti. Data la sua tematica, intende, di volta in volta, dare spunto alle elaborazioni scientifiche attraverso la visita preliminare di alcuni luoghi particolarmente suggestivi, in modo tale da creare una correlazione tra matrice storico-culturale del territorio e teoresi analitiche, con particolare riferimento al movimento junghiano cui spetta il maggiore contributo nello studio dei simboli, dei miti, delle "imago". A tale scopo non sono previste delle relazioni preordinate ma, al contrario, la possibilità che si sviluppi un discorso gruppale analitico, illuminato dalle proposizioni delle personalità scientifiche che vengono chiamate a condurre il Seminario.
Il primo anno, la significativa presenza di psicoanalisti didatti, di scuola junghiana e gruppoanalitica, di assoluto rilievo anche in campo internazionale, come Bianca Garufi, Girolamo Lo Verso e Luciano Perez, era completata da Rafael Lopez Pedraza di Caracas, il quale quasi impersonando la figura del "Vecchio Saggio", ha assunto una centralità catalizzante i lavori seminariali.
Il Seminario, sotto altri aspetti, ha rappresentato anche un incontro tra mondi diversi: quello Caraibico, rappresentato da Rafael Lopez Pedraza, "ove la natura è selvaggia, indomabile, ove esistono ancora la giungla e gli animali feroci" e quello Mediterraneo di Sicilia "ove la natura è docile, calma, amabile". Tra questi due mondi il gruppo di colleghi e dei loro accompagnatori venuti da Roma, rappresentanti di una cultura - ricca di storia, di unificazioni emblematiche ma anche di leggenda - che ha assunto il ruolo di elemento connettivo cementante.
«Ha mantenuto le caratteristiche di "full-immersion nell'anima" l'avventuroso viaggio psicoanalitico, correlato alla matrice storico-culturale del territorio, che per il secondo anno consecutivo si è svolto in forma itinerante nella provincia di Trapani.
L'attività seminariale si è svolta sotto la conduzione degli psicoanalisti didatti junghiani Bianca Garufi e Luciano Perez di Roma, Luigi Zoja di Milano, e dei docenti dell'Università di Palermo Angela Maria Di Vita, Daniele La Barbera, Girolamo Lo Verso. Lo staff dei conduttori era completato dalla psicoanalista per l'infanzia Eva Pattis di Milano e dai primari di psichiatria Pasqualino Ancona di Catania, Franco La Rosa di Palermo, appartenenti entrambi alla scuola di psicologia analitica; infine, dal sottoscritto.
Si
è cercato, in occasione di questo secondo appuntamento,
di dare maggior rilievo alla possibilità di incontro tra
scuole psicoanalitiche - caratteristica già presente il
primo anno - attraverso l'originale metodo di lavoro che si svolge
in un assetto gruppale e che volutamente non prevede relazioni
introduttive preordinate, in modo da favorire il realizzarsi di
un'elaborazione scientifica che procede per "libere associazioni"
stimolate, nell'hic et nunc, sia dall'incontro con un luogo
ricco di valenze suggestive (tanto dal punto di vista paesaggistico-ambientale
che storico-culturale), sia dallo sviluppo dinamico di un pensiero
gruppale che si avvale della spontaneità inerente al "working
in progress", ma che certamente poggia sugli interventi
dei conduttori e attraverso essi si arricchisce di senso ... "